In questo studio del 2012 (è passato un po’ di tempo) si parla di come i campi elettromagnetici, e nello specifico l’uso del telefono cellulare, alterano il metabolismo del glucosio nella zona cerebrale più esposta a questi campi.
A quell’epoca, il 2012, iniziava a diffondersi l’uso degli smartphone e si cominciavano a usare i social network per comunicare, anche se si parlava ancora al telefono. C’era già il 4G, ma le antenne non erano diffuse come lo sono oggi. Non si parlava ancora dell’Internet delle Cose (IoT), tanto meno dell’Internet dei Corpi (IoB) e per niente dell’Internet delle Bio Nano Cose (IoBNT).
Ora, l’esposizione ai campi elettromagnetici è aumentata esponenzialmente e già conosciamo l’impatto che ha sul cervello a seguito dell’alterazione del metabolismo del glucosio.
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/B9780128214060000084
Secondo questo studio, e cito: In definitiva, la disregolazione del metabolismo del glucosio è correlata a vari disturbi patologici cerebrali, come iperglicemia o ipoglicemia, retinopatia diabetica, stress ossidativo, neurodegenerazione, apoptosi, autofagia e disfunzione cognitiva.
Questo impatto ci colpisce assolutamente tutti, molto di più se siamo sottoposti a un’esposizione prolungata (più che intensa) e da molteplici fonti (Wifi, auricolari wireless, bluetooth, contatori intelligenti, dispositivi connessi, caricabatterie wireless, dispositivi indossabili sui nostri corpi, nanobot iniettati…).
Il risultato di questo bombardamento, assolutamente insopportabile nelle città di 15 minuti iperconnesse, sarà che la nostra soglia di tolleranza diminuirà gradualmente e finiremo per soffrire di Elettrosensibilità (EHS). È per questo che diventa sempre più imperativo trovare il modo di rialzare quella soglia di sensibilità, cercando al contempo di ridurre l’esposizione a questi campi (che non potremo mai evitare completamente).
▪️Link allo studio originale in inglese:
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC3184892
▪️Informazioni ottenute dal canale di Juan Zaragoza:
